“Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto…»
 (Mt. 28, 2-7)
Di fronte ai terremoti naturali, a quelli sociali come guerre, fame,  sbarchi senza sosta di migranti con tante morti… che posso fare io? Che possiamo fare di fronte a fenomeni enormi e tragedie epocali?  Che posso fare io quando incrocio un povero, un anziano solo, un malato in pericolo di vita o quando vengo a sapere che quella famiglia o quell’altra sono in difficoltà economiche oppure divise, o vedo giovani spenti e arrabbiati?  Cosa posso fare quando avverto che io stesso sono solo e ferito nel corpo o nello spirito?  L’unica cosa che ci rimane è sopportare e non fare nulla se non per noi stessi nell’immediato?  è la tentazione della rassegnazione del venerdì e del sabato santo.
Il giorno dopo il sabato le donne tristi e rassegnate che vanno al sepolcro di Gesù (e anche ai nostri sepolcri) trovano una pietra spostata dal sepolcro e i segni della morte spazzati via dal terremoto della resurrezione che ribalta tutte le situazioni, che dà uno sguardo diverso su tutto.  Con Cristo risorto, insieme alla pietra, anche la tristezza paralizzante è tolta e c’è un nuovo slancio di vita che muove cuore, piedi e mani.  è di questo terremoto di vita che ho bisogno, che abbiamo bisogno.  Non voglio rimanere ingabbiato e immobilizzato dai segni di morte che si moltiplicano e che vorrebbero gettarmi nel non-impegno e nella tristezza del vivere solo per me stesso e basta oppure stordirmi con tante cose che mi lasciano sempre più vuoto… La resurrezione di Gesù e anche nostra, è per noi.  è il segnale della vita che non muore, è un elettroshock spirituale che dal quell’alba di Gerusalemme si è diffuso fino a noi, a me oggi. Molti nella storia ci hanno creduto e lo hanno vissuto.  L’annuncio della resurrezione di Cristo si è propagato nel tempo e nello spazio ed è arrivato a me, a noi, oggi.  Voglio entrare anche io in questa scia di testimoni e di risorti spirituali.  Non voglio che la tristezza faccia da padrona nella mia vita.  Chiedo al Signore che è risorto dalla sua tomba sigillata di scuotermi e di far risorgere anche me oggi, domani… sempre.  So, infatti, che non celebro la sua Pasqua solo nella solenne messa, ma da essa la celebro ogni volta che mi rialzo dalle mie rassegnazioni e dalle mie paure e mi muovo per diventare io stesso “terremoto di vita”, che toglie pietre di morte e fa uscire gli altri dalle loro tombe.  Vogliamo farlo insieme?  è la Pasqua di resurrezione di Gesù.  Auguri.
Don Giancarlo

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