lo diceva ogni buon prete per ribadire che ogni momento della vita, in qualsiasi situazione ci trovavamo, anche e soprattutto del periodo estivo, la vita spirituale rimane sempre. Mi è rimasta sempre nella mente questa raccomandazione, e lo slogan “Gesù non va in vacanza”, come espressione l’ho avvertita sia come stimolante per mantenere viva la mia vita cristiana, ma anche talvolta come problematica. Il bene dell’uomo deve ritornare al centro delle scelte religiose e anche sociali. Il riposo, il tempo per fermarsi dalle corse lavorative, il tempo per dialogare con le persone care e recuperare l’armonia, il tempo per coltivare qualche passione personale non direttamente legata al guadagno e alla competizione, hanno un enorme valore, quasi lo stesso valore della preghiera e dei doveri liturgici per Dio, anzi sono un tempo che ci porta a Dio stesso. Il riposo quando ci fa ritrovare il giusto equilibrio con noi stessi e con il prossimo, allora ci riporta anche a Dio che ha l’uomo al centro di ogni Suo interesse e operato. Gesù non va in vacanza, quindi continua ad insegnarci e testimoniarci (nel suo Vangelo) che il vero tempo ben speso della vita non sarà mai quello del guadagno fine a sé stesso, ma il tempo che ci ha portato a crescere nell’amore per noi stessi e per il prossimo, il tempo speso per la riconciliazione e la pace, il tempo nel quale ci prendiamo cura gli uni degli altri. Se diventiamo schiavi del lavoro e facciamo diventare schiavi del lavoro gli altri, se ci dimentichiamo del bene del prossimo e alla fine anche del nostro vero bene, allora si che abbiamo mandato in vacanza Gesù dal nostro cuore, e allora si che il riposo, quello vero del cuore, è finito! Allora buona vacanza… ma con Gesù.

Don Giancarlo

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