Cari fratelli e sorelle, riprendo quanto scritto dal nuovo vescovo di Torino ai suoi fedeli e che mi sembra bello ed importante condividere con voi alla ripresa di un nuovo anno parrocchiale. Sono tre punti essenziali che vorrei richiamare alla vostra attenzione e che abbiamo già in parte condiviso quest’ estate con i nostri catechisti.

1. Perché ci sia una comunità cristiana è indispensabile che ci sia un ascolto costante della Parola di Dio, che non può essere ridotto a una conoscenza biblica di tipo intellettualistico, ma deve corrispondere ad un ascolto di Dio che continua a parlarci in modo vivo e a chiamarci costantemente alla fede in Lui. Ciò si può concretizzare in esperienze diverse, come percorsi di catechesi per ogni età, esperienze di preghiera, cammini di lectio divina, proposte di conoscenza della Scrittura che sboccino in un dialogo personale e comunitario con il Signore che parla…

2. Perché si possa parlare di comunità cristiana è anche indispensabile che ci si incontri nel giorno del Signore nella celebrazione eucaristica e che si viva la festa di questo incontro e di questo giorno. È infatti in forza del dono del corpo di Cristo che noi diventiamo il corpo di Cristo che è la Chiesa. È cibandoci di Lui che noi diventiamo una cosa sola con Lui e tra di noi. Per sperimentare che, pur essendo diversi tra noi per età, cultura, censo, sensibilità, luoghi di provenienza, in Lui diventiamo una cosa sola.

3. Infine, ciò che nasce dall’ascolto costante della Parola e dalla celebrazione eucaristica è una fraternità che deve essere reale, nel senso che ci fa fare l’esperienza concreta del sentirci in cammino con altri, di percepirci responsabili della loro fede e interpellati dai loro bisogni, di qualunque genere essi siano (da quello dell’amicizia e dell’ascolto a quello economico), di sentire che noi stessi siamo oggetto di cura e di attenzione reale da parte di altri e custoditi dai fratelli nella fede. Concludo, augurando a tutti, nel cammino sinodale e giubilare del prossimo 2025, di poter realizzare quello che conta davvero, con piccoli, ma decisi passi in avanti nella nostra fede. Buon anno pastorale.

Don Giancarlo